Prevenzione degli infortuni e prestazione: efficacia dello stretching

stretching-4-450x200 CHIPOS JesiSia in medicina sportiva, sia in riabilitazione, lo stretching trova frequentemente applicazione nella prevenzione degli infortuni durante l’attività sportiva e nel miglioramento della prestazione fisica e della mobilità articolare.

Lo stretching è una delle tante metodiche usate per il miglioramento della flessibilità e dell’allungamento muscolare. E’ ampiamente accettato, infatti, che l’aumento della flessibilità muscolare migliora il rendimento e riduce l’incidenza di infortuni, pertanto gli esercizi di stretching vengono inclusi regolarmente nei programmi di allenamento di molti atleti. Nonostante il suo impiego sia diffuso tra gli sportivi, esistono pareri discordi in letteratura a proposito di quali siano gli effetti dello stretching sulla prevenzione degli infortuni, sul tessuto muscolare nel breve e lungo termine e se sia meglio eseguirlo durante la fare di riscaldamento o di defaticamento. Sono stati pubblicati diversi studi con l’obiettivo di determinare la capacità dei programmi di stretching di influenzare fattori collegati al rendimento (forza, velocità, potenza e resistenze) e le conclusioni sono state differenti. Recenti ricerche, inoltre, hanno evidenziato che lo stretching eseguito prima dell’attività sportiva può avere un effetto negativo sia sulla prevenzione degli infortuni sia sulla prestazione. Le informazioni poco chiare che pervengono sarebbero da attribuire alla mancanza di uniformità dei metodi sperimentali tra gli studi: le differenze riscontrate includono l’incoerenza dei regimi di stretching (tempi, modi e intensità d’allungamento differenti), le misure rilevate (forza, velocità, potenza) e il tempo trascorso tra il termine dell’allungamento e le misurazioni.

Questi differenti studi hanno fatto riferimento a situazioni, discipline sportive e aspetti diversi tra loro; è per questo che i loro risultati non sono paragonabili e che occorre fare attenzione nel “prendere alla lettera” ciò che fanno emergere. Il consiglio è quello di utilizzare i risultati della ricerca scientifica come una preziosissima risorsa, facendo tesoro delle relative conclusioni; continuare a documentarsi per restare sempre aggiornati e poter arricchire il bagaglio delle proprie conoscenze.

Se si volessero impostare delle linee guida sull’applicazione dello stretching bisognerebbe anzitutto differenziare i soggetti sani da quelli con infortuni muscolari acuti:

  1. per il primo gruppo la letteratura sembra consigliare lo stretching esclusivamente per sport con cicli di accorciamento-stiramento ad alta intensità o frequenza oppure prima del lavoro eccentrico;
  2. per i soggetti con infortuni muscolari le linee guida sarebbero differenti: combinare lo stretching con esercizi eccentrici nel riscaldamento per ridurre il rischio di infortuni; aumentare le sedute di stretching durante il periodo di riabilitazione per accelerare il processo di guarigione, ecc…
  3. Infine, per quanto concerne la prestazione sportiva, la maggior parte degli articoli selezionati dalla letteratura ha evidenziato che uno dei principali obiettivi dello stretching statico sono l’aumento della flessibilità e del range articolare.

Questo è quanto emerge dagli ultimi studi scientifici. Sei interessato ed hai delle curiosità? Vuoi sapere quali sono gli esercizi più adatti alle tue esigenze? Lascia un commento…

Autore dell'articolo: Michela